“C’è uno spettro che si aggira per la Francia,” direbbe quel famoso signore. È lo spettro di una protesta non convenzionale, nel bel mezzo di una crisi dei prezzi energetici (nel 2023 ci sarà un ulteriore aumento del 15% su gas ed elettricità).
E se considerate che già nel 2021 un quarto delle famiglie francesi faticava a fronteggiare le bollette, capirete perché questa protesta può fare molta presa.
Robin Hood energetici
La protesta è semplice come vi sembra. Il riferimento a Robin Hood fa subito capire i termini della questione: “è un nome appropriato”, dice Philippe Martinez, segretario generale della GGT, una delle principali confederazioni sindacali in Francia.
“L’obiettivo,” dice Martinez, “è restituire energia a quelli che non possono permettersela, e renderla gratuita per scuole e ospedali.” La fornitura di energia gratuita, in sintesi, mira a riequilibrare il potere a favore dei lavoratori in sciopero.
Gli approvvigionamenti energetici non autorizzati hanno compreso anche strutture pubbliche come impianti sportivi, asili nido, università, biblioteche, alcune piccole aziende e abitazioni private che aveva subito il distacco dalla rete.
“Potremmo paralizzare un paese”
In Francia gli scioperi “energetici” (perché mossi dai lavoratori nel campo dell’energia) stanno diventando un fenomeno serio. Giovedì scorso hanno causato una riduzione della disponibilità di energia francese di 2 GW in tre centrali elettriche nucleari.
E il giorno successivo si sono estesi come un incendio a quasi tutti i porti francesi, molti dei quali hanno dovuto interrompere qualsiasi attività.
Sono un’onda lunga, nata da una costola delle proteste del 19 gennaio scorso contro la riforma delle pensioni proposta dal governo Macron (che include l’aumento da 62 a 64 anni dell’età pensionabile). Oggi è previsto il voto sulla riforma, ma i manifestanti energetici non si fermeranno: per domani, 31 gennaio, previsto un nuovo sciopero nazionale. “Vogliamo mostrare che, se lo volessimo, potremmo paralizzare il Paese”, dice Gwenaël Plagne, rappresentante della CGT, la Confederazione Generale del Lavoro.

Un livello di scontro inedito, oltre i gilet gialli
Non escludo altri raid energetici di “Robin des Bois”. Se il governo non revoca le sue riforme, la CGT continuerà a rendere l’energia gratuita a tutti quelli che non hanno accesso a tariffe regolate, “che si tratti di enti pubblici o imprese”, ha dichiarato Frédéric Probel, segretario generale della CGT a Bagneux nella periferia di Parigi.
Perfino al contrario, togliendo energia ad alcuni funzionari eletti, o politici specifici. “Vorrei che alcuni miliardari che pensano che non abbiamo bisogno di aumentare i salari e che tutto stia andando bene in questo paese sperimentassero l’insicurezza energetica di milioni di famiglie”, ha dichiarato Philippe Martinez. Una tipologia di scontro assolutamente inedita.
Come evolveranno i raid energetici?
Inutile dire che il Governo francese biasima fortemente questo tipo di proteste. Il Ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, le definisce “azioni inaccettabili”. E paventa che alla fine queste spese indebite possano ricadere sui contribuenti.
Sarà: l’impressione è che, a 18 anni dalla rivolta delle Banlieues e a 5 anni da quella dei gilet gialli, le trame della crisi francese (che a suo modo è la crisi dell’Occidente) si stiano intrecciando sempre più velocemente.