C’era una volta un futuro dove saremmo stati circondati da schermi olografici, avremmo viaggiato su Marte per le vacanze e curato malattie incurabili con la genetica. Sono state previsioni fatte con convinzione e speranza, ma che al momento appaiono pessime, semplici fantasie. Vi porto in un piccolo viaggio attraverso alcune delle più audaci previsioni del passato, esaminando perché non si sono realizzate e come hanno influenzato la nostra percezione del futuro.
Le auto volanti: un sogno rimasto in garage

Chi di noi non ha sognato, almeno una volta, di sfrecciare nel traffico a bordo di un’auto volante? Gli anni ’60 e ’70 erano zeppi di previsioni sul fatto che entro il 2000 avremmo lasciato il traffico terrestre alle nostre spalle. E invece, eccoci qui, ancora a discutere di blocchi del traffico e di zone a bassa emissione. È quasi come se il futuro avesse deciso di andare in vacanza senza di noi.
Tra i tentativi più recenti e promettenti nel settore delle auto volanti, c’è quello della società cinese Xpeng, con la sua X2. È un’auto volante dall’aspetto futuristico, dotata di interni high-tech e prevista per il lancio nel corso di quest’anno, con omologazione sulle strade pubbliche. Prezzo? Dai 120.000 ai 230.000 euro. Niente a che vedere, comunque, con gli scenari alla “Jetsons” delle previsioni migliori (intendo dire peggiori).
Le previsioni sul turismo spaziale? Più lontane di una stella cadente
“Entro il 2020, le vacanze su Marte saranno una realtà quotidiana!” dicevano gli esperti nelle loro entusiastiche previsioni. Al momento, Le uniche escursioni sul pianeta rosso le ha fatte un (glorioso) elicotterino, che giusto ieri ha smesso di funzionare.
Vero è che le ultime ricerche rilanciano la possibilità di stabilire colonie su Marte: l’acqua esiste, in abbondanza, sotto forma di ghiaccio. La verità, però, è che per ora il vero viaggio spaziale è quello che facciamo ogni notte nei nostri sogni, dato che nella realtà siamo ancora fermi qui, a guardare il cielo.
La medicina miracolosa: il futuro non così in salute
Ricordate quando ci dicevano che avremmo debellato tutte le malattie grazie ai progressi della scienza? Io sto ancora aspettando la pillola che cura l’influenza con un solo sorso d’acqua. Invece, eccoci ancora qui, a fare i conti con virus sorprendentemente resistenti e con una scienza che, seppur avanzata, non ha ancora trovato il bottone “risolvi tutto”.
Va detto, qui, che il mio giudizio è forse troppo severo. Le ricerche (e la diagnostica) evolvono costantemente, e mai come ora siamo vicini a forme di “vaccino” contro diverse forme di cancro (2025), e a screening medici in tempo reale grazie a sensori e a dispositivi indossabili. Ancora un po’ di pazienza, e soprattutto meno leggerezza nelle previsioni.
La robotica: i nostri amici meccanici che non sono mai arrivati
“Entro il 2010, ogni casa avrà un robot domestico!” Ah, le dolci previsioni del passato! E invece, l’unico robot che ho in casa è quello che aspira la polvere, e anche quello a volte si perde sotto il divano.
Anche qui, a onor del vero, i passi avanti sono stati tantissimi. Per la prima volta i robot umanoidi si sono affacciati sulla scena mondiale, e per la prima volta è stata avviata la costruzione di una fabbrica di androidi. Io dico che Optimus e Figure (i due player che al momento sembrano più promettenti) saranno della partita entro il 2030, prima nelle aziende. Per vederli nelle case dovremo attendere il prossimo decennio.
Idrogeno: dalle previsioni lo avremmo messo anche nel caffè, e invece
In un articolo della rivista americana Popular Mechanics datato maggio 2005, una delle previsioni riguardava l’imminente arrivo delle auto a idrogeno. L’entusiasmo (immotivato, col senno di poi) era figlio del rinnovato, forte interesse che in quel periodo si mostrava verso questa tecnologia. Tuttavia, il mercato delle auto a idrogeno non è decollato come previsto.
Nonostante la produzione di vari prototipi e modelli da parte di grandi aziende automobilistiche, le auto a idrogeno sono rimaste una nicchia lontana, principalmente a causa di sfide logistiche e di infrastruttura. Idem con i velivoli: il primo aereo a idrogeno liquido con equipaggio ha preso il volo per i test a settembre 2023. Un mese prima, svelati i piani per navi cargo a idrogeno. Siamo lontani. Bene o male? Non rileva, in questa sede. Fatto sta che le previsioni “all’idrogeno” erano clamorosamente sbagliate.
Previsioni sul futuro, eterne ritardatarie
In definitiva, il futuro che ci era stato promesso sembra essere un ospite che ha dimenticato di presentarsi alla festa. Forse è meglio così; dopo tutto, chi ha bisogno di auto volanti quando abbiamo il piacere di ascoltare il rombo del traffico mentre ci godiamo un caffè caldo, intrappolati in auto?
Forse è proprio in queste piccole imperfezioni e nei ritardi del progresso che si trova la vera essenza dell’umanità: imperfetta, incerta, ma sempre affascinante. Chissà, forse un giorno, quando meno ce lo aspettiamo, il futuro busserà alla nostra porta.
Speriamo solo di non essere in bagno in quel momento.