Si chiama Aipoly ed è un'app che permette ai non vedenti o agli ipovedenti di "vedere" ciò che si trova intorno a loro. Aipoly è un'app di intelligenza artificiale che consente di esplorare il mondo in maniera diversa, attraverso una tecnologia che comunica ciò che si sta inquadrando con una voce guida, grazie ovviamente all'utilizzo della fotocamera dello smartphone. L'app ad oggi permette di identificare circa 1.000 oggetti diversi e 900 colori in tempo reale.
Aipoly è stata presentata per la prima volta in Italia all’Irccs Fondazione G. B. Bietti per lo Studio e la Ricerca in Oftalmologia Onlus; è stata creata dal giovanissimo Alberto Rizzoli (22 anni), da Marita Cheng (26 anni) e Simon Edwardsson (27 anni), alla Singularity University, al parco di ricerca della Nasa in California.
Funziona così: il non vedente o ipovedente prende il cellulare in mano e con la telecamera inquadra quello che ha davanti. Il cellulare dirà in vivavoce tutto quello che ha riconosciuto. Molto meglio di un cane guida! Aipoly nasce grazie ad una borsa di studio da 30mila dollari data da Google per frequentare la Singularity University.
Da pochi mesi l'app ha imparato l’italiano e 5 altre lingue, e dopo sole 4 settimane dal rilascio era già stata utilizzata da circa 40.000 persone; tra poco si raggiungerà il traguardo dei 5000 oggetti riconosciuti. «Nonostante i progressi terapeutici - spiega Mario Stirpe, presidente Ircss - purtroppo non è stato vinto il rischio di cecità, che colpisce un numero di persone che varia a seconda dei paesi. L’innovazione descritta dal gruppo di ricercatori apre una nuova strada per un aiuto concreto».