Amici viaggiatori, non basterà il passaporto, il visto o una fedina penale pulita. D'ora in poi, infatti, chi vorrà viaggiare negli Stati Uniti dovrà anche essere analizzato tramite i propri rutilanti profili social.
L'US Customs and Border Protection (l'agenzia che controlla le frontiere americane) si è impegnato nello sviluppo di un nuovo sistema di controllo. A tutti coloro che vorranno entrare negli Stati Uniti saranno richieste informazioni sulle proprie attività online. Un meccanismo per valutare dalle proprie esternazioni un tasso di "reputazione sociale" da valutare poi come idoneo o meno per il viaggio.
Per il momento, si tratta di un controllo del tutto facoltativo (chi vorrà potrà rifiutare di compilare il modulo "social"). Un controllo che riguarda chi vorrà viaggiare tramite l’ESTA (un sistema elettronico di verifica che permette di viaggiare senza visto).
Che tipo di controllo, ci si chiede però, effettuano gli Stati Uniti sui nostri profili social e sulle nostre generali attività su Internet?
Lo scopo dovrebbe essere antiterroristico. Un modo per evitare possibili minacce, come ha spiegato un portavoce governativo che ha parlato di una semplice "misura cautelativa".
Ad ogni modo, tutti i dati raccolti saranno utilizzati per “migliorare il processo di indagine e fornire più dati e strumenti per gli analisti o investigatori con cui lavorare", ma sono sorte già le prime polemiche.
I dubbi sulla privacy naturalmente sono tanti e diffusi. Il futuro sembra sempre più caratterizzato da una forte raccolta di dati sempre più capillari sui cittadini.