Al vertice sul clima COP26, i politici mondiali si sono dati una pacca sulla spalla per aver raggiunto un accordo dell'ultimo minuto, peraltro già deficitario su tempi. Se il resto dei nostri progressi sul clima rispecchia le politiche sui trasporti, ci aspetta un futuro difficile.
La COP26 potrebbe essere stata una delle ultime possibilità per scongiurare il devastante cambiamento climatico. Eppure, l'azione migliore e più audace che i nostri leader potessero immaginare per il trasporto è stata l'adozione universale dell'auto elettrica, con un vago cenno al trasporto pubblico e attivo. E chissà se riusciranno entro il 2035: diversamente sarebbe una follia.
L'auto elettrica può bastare?

L'auto elettrica mi entusiasma, lo ammetto. E non c'è dubbio che entusiasmi anche i politici e molte aziende. Ci dà l'impressione (l'illusione?) che stiamo riducendo drasticamente il nostro impatto ambientale senza dover cambiare praticamente nulla dei nostri stili di vita. Bello, vero?
No. Non è bello. L'auto elettrica fa ciò che le auto con motore a combustione interna (ICE) hanno sempre fatto nelle nostre aree urbane. Ci consente di mettere più lontani i luoghi dove compriamo, lavoriamo, viviamo. E sapete che c'è? Il problema è proprio quello, perchè le città in continua espansione sono insostenibili.
Costruire all'infinito portando cemento in aree verdi, e scambiare foreste o terreni agricoli per quartieri residenziali (anche quando a bassa densità) brucia quantità esorbitanti di risorse limitate. Più le nostre città crescono, meno interesse c'è nel costruire in modo efficiente infrastrutture come acqua, fognature, elettricità e trasporto pubblico. A cosa serve perder tempo a migliorare ciò che abbiamo? Si costruisce qualcosa di nuovo più in là. Sempre più in là. Tanto ci si arriva in auto: a benzina o elettrica, pari è la funzione.
Perchè l'auto elettrica è ancora un'auto.
L'auto elettrica, come quella a benzina, rende le nostre città meno attraenti e meno efficienti per modalità di trasporto più sostenibili. Indipendentemente dal tipo di propulsione, chi guida automobili uccide 1,35 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia un morto ogni 14 ore.
Più auto nelle città significano più spazio occupato per i parcheggi, meno spazio e trasporti pubblici meno efficienti. Collegare un'auto ad una presa elettrica non le impedisce di essere una macchina letale o di causare traffico. Ancora: non esiste ancora un percorso chiaro e sostenibile per gestire i rifiuti elettronici generati dai veicoli elettrici. Le auto elettriche non sono "verdi", almeno non del tutto. Usano ancora (per ora) pneumatici che creano enormi flussi di rifiuti. L'usura dei pneumatici produce microplastiche che finiscono nei nostri corsi d'acqua e negli oceani.
Sebbene i veicoli elettrici utilizzino la frenata rigenerativa, che è migliore delle tradizionali auto a combustione interna, utilizzano ancora le pastiglie dei freni quando vengono applicati i freni. La frenata genera polvere tossica composta da metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e cromo. Questi metalli pesanti si dirigono verso i nostri torrenti e fiumi, incorporandosi per sempre in questi corsi d'acqua.
Guidare di meno, passare al trasporto attivo
Anche se i veicoli elettrici fossero ottimi per il pianeta, potremmo non raggiungere un livello di utilizzo in Nuova Zelanda per ridurre significativamente le emissioni dei trasporti per meritare i nostri obiettivi climatici. Devono sparire del tutto le auto?
Nemmeno. Aiutano nella transizione ecologica, anche se circa l'80% dei veicoli in questo decennio rischia di essere ancora a combustione. Diciamolo, l'attuale tasso di adozione dell'auto elettrica riflette l'adozione da parte dei più ricchi della nostra società: solo Una volta che quelli con il maggior reddito disponibile acquisteranno un'auto elettrica, possiamo aspettarci che la curva di adozione si appiattisca.
Non è ragionevole, ad esempio, aspettarsi che le persone a reddito medio e basso sostituiscano i loro veicoli attuali con un'auto elettrica più costosa. Mitigare le emissioni attraverso il consumismo è altamente iniquo. Stiamo ponendo l'onere più significativo sui gruppi più vulnerabili.
Ragioniamo

Chi spinge l'auto elettrica fa grandi promesse che ci cullano in una bugia. La bugia è che possiamo vivere le nostre vite praticamente nello stesso modo, senza preoccuparci del pianeta. In realtà, i nostri stili di vita devono subire cambiamenti significativi per avere un impatto significativo.
Servono città più eque. Sull'esempio di Lubiana (niente auto), nella direzione auspicata dal Plan Velo di Parigi (città ciclabile) o da Seattle (strade trasformate in dehors), o ancora dalla città di Barcellona e Madrid (superblocchi e città dei 15 minuti).
Non abbiate paura: è una buona notizia. I cambiamenti necessari per avvicinarci a un futuro sostenibile contemplano molte delle cose che noi amano del vivere in una comunità. Si tratta di avvicinare i diversi usi del suolo per rendere possibile vivere, lavorare e fare acquisti nel nostro quartiere. Si tratta di collegare le comunità con le infrastrutture ciclabili e di trasporto pubblico per viaggi più lunghi.
La vita come la conosciamo dovrà cambiare, ma quel cambiamento potrebbe essere per il meglio.