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Perché la micromobilità è qui per restare (con l’Italia 2° al mondo)

Un nuovo report McKinsey dice che il mondo non rinuncerà alle soluzioni di micromobilità, ma con differenze tra nazioni. Ecco cosa devono fare tutti per assicurare al pianeta un futuro di trasporti migliori.

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
in Ambiente, Trasporti
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Perché la micromobilità è qui per restare (con l’Italia 2° al mondo)
30 Gennaio 2022
⚪ Si legge in 4 minuti
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Saresti disposto a usare un veicolo di micromobilità per andare al lavoro se potessi andarci in bicicletta, motorino o scooter elettrico? Gli intervistati del McKinsey Center for Future Mobility’s Consumer Survey on Mobility Ownership nel luglio 2021 erano entusiasti di queste possibilità, con quasi il 70% che indicava che sarebbero stati disposti a utilizzare veicoli in micromobilità.

Secondo questi risultati, un numero crescente di lavoratori potrebbe spostarsi verso modalità di trasporto più piccole ed ecologiche quando le restrizioni della pandemia si attenueranno e gli uffici riapriranno. Sono in linea con altri studi precedenti sulla micromobilità, che prevedevano una significativa ripresa.

Micromobilità

Micromobilità, una grande macchia di leopardo

Nei paesi che hanno una lunga storia di micromobilità, come l’Italia (81%) e la Cina (86%), le persone sono più desiderose di usare veicoli minuscoli. Negli USA, solo il 60% ha detto che prenderebbe in considerazione la micromobilità, forse perché lì si sono storicamente affidati alle auto personali o al trasporto pubblico. La vista di qualcuno che si muove nel traffico su un motorino o uno scooter da quelle parti è relativamente più rara.

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In generale, comunque, le persone hanno preferito le biciclette agli scooter elettrici e ai motorini perché una maggiore autonomia e capacità di stoccaggio.

Anche qui con qualche eccezione. Ad esempio, i ciclomotori sono particolarmente popolari in Cina, dove per veicoli sotto i 25km orari le autorità non richiedono ai conducenti né una patente né una copertura assicurativa. Ancora, gli intervistati nel Regno Unito e in Cina sono stati i più riluttanti sui monopattini, probabilmente per i divieti o le restrizioni dovute ai problemi di sicurezza. Gli utenti favorevoli alla micromobilità in USA, Francia e Germania, che sono più aperti ai monopattini (anche in virtù dei molti servizi di ridesharing presenti sul territorio).

Le implicazioni di questo monitoraggio

I risultati del nostro sondaggio hanno implicazioni per gli attori dell’ecosistema della micromobilità e per le loro prospettive di successo. Ecco il panorama del prossimo futuro.

Fornitori di micromobilità condivisa. 

Dato che le preferenze di micromobilità variano in base all’area geografica, i fornitori di mobilità condivisa devono comprendere le abitudini di trasporto locale per qualsiasi città o regione in cui desiderano operare. Di solito, i fornitori scelgono prima le città in cui desiderano operare. Solo in un secondo momento studiano le preferenze locali per determinare quali modi di trasporto saranno più popolari. In certe aree svilupperanno più linee di prodotti. Questa crescita, ovviamente, farà crescere anche le spese operative (più manutenzione, più infrastrutture eccetera).

Operatori di ricarica e parcheggio. 

Questo gruppo può offrire soluzioni di ricarica e parcheggio adatte a diverse modalità di micromobilità. Oltre alla crescente domanda per le loro strutture, un approccio globale aiuterà le città a ridurre al minimo il numero di veicoli parcheggiati sulle strade e ottimizzare l’utilizzo della micromobilità.

Operatori di trasporto pubblico. 

Gli operatori del trasporto pubblico potranno predisporre e utilizzare spazio dedicato sugli autobus o sui treni. Potranno così immagazzinare una varietà di veicoli di micromobilità per consentire viaggi da punto a punto. Questa tecnica aiuterà la crescita sia del trasporto pubblico che delle imprese di micromobilità.

Città. 

Le città dovrebbero scegliere fornitori di servizi di micromobilità condivisa in base alla gamma di prodotti dell’azienda e alla loro conoscenza dei bisogni locali di mobilità. Potranno migliorare la micromobilità costruendo infrastrutture che collegano più modalità di trasporto, e progettando corridoi di mobilità sicuri per tutti i tipi di veicoli.

Come vedete, gli attori (e i compiti) di questa rivoluzione sono tanti. Se ciascuno farà la sua parte, la micromobilità sarà molto di più che l’introduzione di qualche eccentrico mezzo di trasporto individuale. Sarà la risposta della società al bisogno di spostarsi presto, bene e senza inquinamento nel mondo che verrà.

Tags: Micromobilità
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