Non sono voci isolate: l’analisi della situazione economica globale porta ormai più di un esperto a ipotizzare per il prossimo futuro inquietanti scenari sul piano economico, fino a prefigurare l’avvento di una seconda grande depressione.
Le somiglianze critiche tra la grande depressione e l’epoca attuale sono diverse:
- La forbice tra i ricchi e i poveri aumenta a livello mondiale;
- Manca un’efficace politica monetaria che possa ridurla;
- Cambiamenti di ordine mondiale, in questo caso l’ascesa della Cina e i rischi potenziali di guerre commerciali / tecnologiche / valutarie.
Guerre finanziarie
In particolare l’ultimo rischio è quello che presenta più potenzialità negative. Dall’atteggiamento del Tesoro USA si evince il desiderio di avere un dollaro più debole per favorire maggiori esportazioni.
Per molti economisti, compreso l’ex capo economista della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) William White, questa è la ricetta perfetta il disastro:
Queste scelte potrebbero portare alla fine dell’attuale regime basato sul dollaro, già sotto pressione per ragioni economiche e geopolitiche. Distruggere un vecchio regime, certamente non ottimale, senza aver preparato un rimpiazzo potrebbe rivelarsi molto costoso per la crescita economica (una nuova, Grande depressione avrebbe costi incalcolabili). Condurre una guerra valutaria implica indirizzare la politica monetaria a qualcosa di diverso dalla stabilità dei prezzi interni.
Se questo dovesse portare a un crescente sospetto su tutte le valute legali, in particolare quelle emesse da governi con grandi debiti sovrani, potrebbe seguire un forte aumento di inflazione e tassi di interesse. Non è difficile immaginare come questo possa interagire con gli elevati rapporti di debito, sia pubblici che privati, che vediamo oggi nel mondo.
Le svalutazioni valutarie rispetto all’oro furono una importante concausa della Grande Depressione. Insieme al protezionismo e alle tariffe, devastarono la crescita economica e il commercio globali. E ora potrebbe succedere di nuovo.
La ripetizione degli anni ’30? Una nuova, grande depressione.
Non è certo al 100% che accada, nessuno ha la sfera di cristallo. E in ogni caso può essere utile fare pratica per uno dei promettenti lavori del futuro in campo finanziario. Ma una recessione porterebbe agli Stati Uniti un deficit mostruoso (stimato in 2 triliardi di dollari), e conseguente aumento di tasse e spese.
Se ci mettiamo che anche in Europa gli scenari sono lugubri (la situazione della Deutsche Bank è paradossale), potenzialmente persino con una rottura della zona euro, potremmo presto assistere ad una corsa di moltissime nazioni a indebolire le loro valute. Il risultato sarebbe proprio quello, una nuova, Grande Depressione.