Il governo francese sta ultimando il percorso di una legge che punta a mettere ordine nel frenetico e incontrollato mondo degli influencer. L’obiettivo? Proteggere utenti (specie quelli più giovani) e consumatori da manipolazioni, frodi e truffe. Cosa prevede?
Un piede nel social, uno nel carcere
La legge, già approvata da Assemblea Nazionale e Senato, proibisce agli influencer di promuovere due temi in particolare: la chirurgia estetica e le scommesse sportive. La violazione di questa disposizione comporta il rischio di ricevere un’ammenda fino a 300.000 euro, fino a due anni di prigione e una sorta di “Daspo digitale”. L’interdizione, in sostanza, dalla possibilità di svolgere attività commerciali sui social.
L’impulso francese a regolare per primi (non ho notizia di altri paesi al mondo) il fenomeno degli influencer è bipartisan. Nasce dalla convergenza di due aree: il partito Renaissance (quello di Macron) con il deputato Stéphane Vojetta, e il Partito Socialista con il deputato Arthur Delaporte. Ed è in qualche modo un caso di studio.
L’influenza degli influencer
Da un paio d’anni vi parlo periodicamente degli effetti che i social stanno dimostrando di avere sul comportamento delle masse. Con particolare accento sulla psiche dei più giovani, sempre più depressi e preda del senso di inadeguatezza. Per farvi un esempio: in Italia metà dei ragazzi mette in rete solo foto ritoccate, per adeguarsi ai modelli che trova in rete. Un dato che sale al 90% per le ragazze inglesi. E il resto dei dati sull’impatto psicologico dei social in UK non è molto diverso.
La nuova legge francese, tra le altre cose, intima agli influencer di indicare se un’immagine è stata ritoccata o se è stata creata con un’intelligenza artificiale. La speranza è che questa regola immetta almeno una “quota” di immagini vere, che contribuiscano a non far sentire inadeguate le persone davanti a corpi perfetti e irreali.
Altri spunti
Il divieto di promozione non si ferma alla chirurgia estetica, come detto. Va oltre, toccando temi come quelli delle scommesse sportive o dei prodotti finanziari. Anche l’utilizzo di animali selvatici all’interno dei post configurerà l’ipotesi di un reato: orsi, cuccioli di leone ed altre cose del genere.
Non so dirvi ancora se il dettato di questa legge finirà per essere repressivo della libertà di pensiero. Al momento, lo sapete bene, un influencer è qualcuno che promuove direttamente o indirettamente prodotti, servizi o cause. E lo fa principalmente (non solo, ma principalmente) per denaro. Trovo giusto che abbia responsabilità non dissimili da quelle del brand che diffonde pubblicità ingannevole. Ed infatti la legge francese punisce anche il brand.
Certo, la legge istituisce anche un Dipartimento del Ministero dell’Economia dedicato al monitoraggio dei social e all’analisi delle segnalazioni (15 agenti di polizia). L’immagine evoca brutte sensazioni, ma sappiamo bene che c’è già un controllo, ed anche estensivo (leggi: da combattere) sui social. Questo sarà solo, si spera, “settoriale”.
Legge “anti influencer”: siamo ai dettagli
Tutto ciò che resta da fare, ora, è definire il testo finale del disegno di legge. Le autorità stimano che ci siano circa 150.000 influencer in Francia. Va detto: solo una minoranza utilizza pratiche abusive o compie truffe: tra i casi più eclatanti, finti farmaci anti-cancro e cosmetici che hanno provocato danni ai capelli. Liberté, egalité, non imbroglié.
Voi che ne pensate, amici non francesi? Introdurreste una legge simile anche nel vostro paese?